Tra i mille problemi esasperati dall’emergenza spicca la condizione dell’università, su cui gravano da tempo due scelte fondamentali compiute da chi ha governato il Paese in questi anni. La prima, e la più nota, è stata quella di sottofinanziarla.
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«È come se mi avessero chiesto all’improvviso di pilotare un aereo mentre era in volo senza manuale d’istruzione, dicendomi tanto tu lo sai fare perché sai guidare l’automobile». Così una maestra elementare di Roma racconta il suo impatto con la cosiddetta «didattica a distanza»
Si è concluso un anno scolastico come si spera di non doverne mai più passare, ma l'emergenza non finisce a giugno, o con gli esami. Dopo lo tsunami della pandemia ci sarà una lunga risacca di cui è bene cominciare a ragionare fin d’ora in termini didattici
Con la diffusione della pandemia da Covid 19 e la chiusura delle scuole, il tema della didattica a distanza (Dad) si è imposto nel discorso pubblico. Ma non è certo nuovo. Siamo in tanti a occuparcene, e da tempo
Giorni fa, ha destato clamore un’intervista a Carlo Ratti, direttore del Senseable city lab del Massachusetts Institute of Technology (il famoso Mit), che ha definito “dinosauri” le università attuali, auspicandone la necessaria, imminente scomparsa. Nonostante le innegabili eccellenze